Stefano Carletti Andrea Doria -74

Andrea Doria -74 è un documentario del 1970 diretto da Bruno Vailati, regista cinematografico specializzato in film di ambientazione marina e subacquea.
Il film è stato il primo documentario in grado di mostrare, in modo organico e completo, il relitto della nave italiana Andrea Doria, affondata 14 anni prima. Ha ottenuto un premio speciale ai David di Donatello.

Dalla spedizione è stato ricavato il libro Andrea Doria -74, di Stefano Carletti, con un resoconto cronologico e illustrazioni (Gherardo Casini Editore, 1969).
A quarantacinque miglia Sud-Sud-Est dell’isola di Nantucket, ad una profondità oscillante tra i 55 e i 74 metri, giace ancora la carcassa orrendamente mutilata dell’Andrea Doria, i I transatlantico che fino alla fatale notte del 25 luglio 1956 aveva costituito il maggiore motivo d’orgoglio della marina italiana, su tutti i mari. La drammatica ricognizione che hanno compiuto sul relitto Bruno Vai lati, Stefano Carletti e AI Giddings, e da cui è nato il presente volume ANDREA DORIA – 74, resoconto fedele ed umanissimo, ha voluto essere, al di là di ogni polemica sulle responsabilità dell’incidente e del mancato recupero, un commosso saluto alla sfortunata ammiraglia della flotta mercantile italiana.

Stefano Carletti: Andrea Doria -74, postfazione di Andrea Murdock Alpini

«Un’immersione sull’Andrea Doria è quanto di più difficile e rischioso si possa progettare di fare sott’acqua» dichiarò Vailati nella primavera del 1968 alla conferenza stampa tenutasi per presentare la sua spedizione.

Le riprese sono state realizzate nel luglio del 1968, durante 21 immersioni sul relitto, con un gruppo subacqueo composto da Bruno Vailati, Stefano Carletti e Al Giddings, mentre il gruppo di assistenza in superficie era composto da Cosmo (Mimì) Dies, Arnaldo Mattei (qui doppiato da Ferruccio Amendola) e dall’equipaggio della nave Narragansett, noleggiata allo scopo.

Le difficoltà durante le immersione furono molteplici:

  • L’Andrea Doria giace lungo la rotta obbligata nota come “Shipping Line” che, proveniente dall’Europa, passa dal Battello-Faro di Nantucket al porto di New York, a circa 140 miglia nautiche da quest’ultimo. Le condizioni meteorologiche più frequenti di questa zona prevedono nebbia o burrasca. La nave in appoggio alle immersioni rischiava continuamente la collisione con navi di passaggio.
  • La zona è affollata di pescherecci d’altura, molti dei quali hanno lasciato le loro reti sul relitto. Queste reti, tenute in posizione verticale dai galleggianti, hanno continuato a catturare pesci, costituendo così un ottimo richiamo per gli squali che affollano quelle acque. I subacquei, pur se dotati di una gabbia antisqualo, hanno subìto numerosi attacchi durante le lunghe decompressioni.
  • Le correnti in quella zona superano i tre nodi ed è necessario immergersi nella fase di “stanca”.
  • La visibilità in immersione è ridotta. I primi trenta metri sono costituiti da acqua torbida a causa della presenza di plancton, sul fondo la visibilità è migliore ma la luminosità è ridotta dallo strato sovrastante.
  • La narcosi da azoto colpiva pesantemente i subacquei, non solo a causa della profondità e del freddo, ma anche a causa dello stress indotto dalle condizioni d’immersione, lo stesso Carletti fu costretto ad un trattamento in una camera di decompressione portatile che era in dotazione sulla nave.
  • Le tecniche d’immersione a disposizione all’epoca non consentivano l’uso di miscele respiratorie diverse dall’aria. L’uso di miscele a base di elio e le relative tecniche di decompressione erano ancora prerogativa esclusiva dell’immersione commerciale e militare

Altro famosissimo libro di Stefano Carletti è l’autobiografico Naumachos, libro di avventure subacquee.

“Per anni, a bordo del suo Naumachos, l’autore di questo libro ha navigato nelle acque della Sicilia alla scoperta dei segreti del Grande Blu. I racconti delle sue immersioni sono una parte importante della storia della subacquea italiana e narrano di uomini che con mezzi tecnici rudimentali hanno saputo affrontare sfide difficili, a volte fatali. Dalle immersioni nelle acque di Pantelleria alla ricerca di fantomatici tesori, a salvataggi fortunosi, fino alla mitica immersione sull’Andrea Doria: in queste pagine scorrono ritratti di uomini di mare teneri, scanzonati, vili e coraggiosi. Sempre affascinanti. Ricordo con molta nostalgia i miei inizi, quando a ogni immersione facevo una nuova scoperta, imparavo una cosa nuova.”

Andrea Murdock Alpini con Stefano Carletti e Paolo Barone